Oggi posso definirmi un imprenditore digitale, un nomade, un progettista, un creatore non solo di contenuti, ma di vere e proprie realtà.
La mia storia, che puoi trovare più sotto, mi ha formato su molteplici aspetti:
Questi tre aspetti mi permettono di operare con efficacia nella progettazione e nell’analisi di business, nella creazione ed esecuzione di piani marketing efficaci, nella valutazione delle idee e nelle indagini di mercato, e in molto altro.
Sono quello che potrebbe essere definito un multipotenziale: sono una spugna che si appassiona a quasi tutto ciò che la circonda e che ne assimila i concetti e le abilità, riproponendole poi in nuovi contesti e creando innovaziono e soluzioni.
Amo risolvere problemi, amo ordinare il caos.
Questa varietà di sfaccettature mi hanno permesso di crearmi una fitta rete di professionisti, investitori e imprenditori che possono sempre tornare utili sia nei miei progetti, sia eventualmente in quelli dei miei studenti o clienti.
Sono anche un nomade digitale, perché per me non deve essere il lavoro a dettare ciò che posso fare nella mia vita, ma voglio essere io a plasmare il mio lavoro e le mie attività per permettermi di vivere una vita piena al 100%.
Vivo l’imprenditoria come uno stile di vita creativo, grazie al quale creare progetti per apportare bellezza e migliorare il mondo, surfando sulle onde del caos e dei problemi, trovando soluzioni fuori dagli schemi tradizionali.
Voglio lavorare con persone, clienti o studenti, che condividono i miei valori, perché il mio lavoro e la mia conoscenza possono essere condivisi solamente con coloro che portano del bene e del miglioramento nel mondo.
Non contano le opinioni, ma analisi, dati e risultati
I processi sono più importanti del prodotto stesso, perché anche il prodotto migliore del mondo non può essere venduto da un’azienda che non funziona
Ho un passione per gli excel e i processi, che mi porta a divertirmi nella creazione di business plan e progettare aziende per me e per i miei clienti
Anche se nomade, sono alla costante ricerca di un equilibrio dinamico che mi permetta di surfare sui progetti e le avversità
Amo uscire dalla mia comfort zone e provare ogni cosa
Sono un creatore: creo cose per il piacere di portare novità e miglioramento nel mondo
Vivo rompendo i miei schemi e paradigmi alla ricerca di nuovi parametri per migliorare me e ciò che ci circonda: sono costantemente out of the box, fuori dalla scatola e dagli schemi sociali, e questo mi permette di mantenere un punto di vista allenato alla critica e allenato all’individuazione di nuove opportunità
Il profitto è solo uno degli elementi importanti per un’azienda e non si possono sacrificare gli altri (quali sostenibilità ambientale e sociale) per massimizzare il profitto: meglio fare meno profitto ma pagando bene i collaboratori e facendo vivere esperienze top ai clienti
Tutti possono raggiungere il loro successo e credo fermamente nella parità di opportunità per ogni genere (uomini, donne o altro) e popolo
Il mio scopo nella vita è creare sistemi in grado di apportare bellezza e migliorare il mondo: i miei progetti hanno sempre un fine che non è solo il profitto, ma che guardano anche ai clienti, ai collaboratori e all’ambiente
Sono cresciuto in provincia di Milano, con due genitori insegnanti, un fratello, una sorella e la nonna paterna che viveva con noi. Da piccolo ero introverso e molto curioso, ero quel tipo di bambino che rompe le balle con mille domande e che si guarda documentari ogni volta che può, assimilando di tutto.
Già alle elementari manifestavo quell’atteggiamento da multipotenziale che ho anche oggi, basta guardare quanti sport ho fatto solo alle elementari: basket, judo, tiro con l’arco, nuoto, skateboard. Per non parlare delle montagne di libri che leggevo.
Durante le medie è iniziata a emergere in me la voglia di progettare cose: ho quaderni pieni di schemi e disegni di macchine di ogni genere e di idee per risolvere problemi.
Ho frequentato il Liceo Scientifico indirizzo informatico e ho iniziato a lavorare molto presto: a 16 anni mi sono dato al mondo del videomaking, inizialmente per passione per poi scoprire molto presto che potevo essere pagato per fare video ad attività locali e non solo.
Ho creato video per piccole attività o professionisti del mio territorio, come palestre o nutrizionisti, ma ho anche lavorato con aziende online, come una che aveva creato a quei tempi il primo videocorso per prendere la patente nautica online.
Finite le superiori, le cose hanno iniziato a diventare interessanti: ho scoperto il mondo del business.
Mentre mi iscrivevo all’università, contattai un mio ex professore che aveva anche alcune aziende: avevo fame, volevo fare soldi, quindi gli chiesi se avesse qualcosa da propormi.
Mi parlò di un progetto a cui si stava interessando, un’azienda di network marketing scoprii successivamente, e io pieno di entusiasmo decisi di aderire e di provare a mettermi in gioco.
Ho dedicato un anno abbondante a quell’attività, intanto che frequentavo il primo anno della facoltà di informatica, ma non ho ottenuto granché, complice l’inesperienza e un sistema formativo inefficace, però è stata utile a iniziare a comprendere certe dinamiche del mondo business.
Finita quell’esperienza, a settembre 2017 decisi che volevo aprire una mia attività e mi misi a cercare qualche franchising interessante. Ne trovai uno che operava nel mondo del food delivery nelle province anziché nelle grandi città, territori ancora privi di concorrenza.
Così due settimane dopo ero a Torino con un potenziale socio e nel giro di un altro mese abbiamo concluso gli accordi e iniziato lo sviluppo di Eat in Time nel territorio della martesana, in provincia di Milano.
Per oltre un anno e mezzo mi sono occupato di convenzionare i ristoranti nel circuito, trovare e gestire ragazzi che facessero le consegne, pubblicizzare l’app e insomma portare avanti il tutto.
Risultato? Tanta esperienza, ma guadagno 0.
C’era profitto, ma bisognava ripagare i costi iniziali, e lavorare in un territorio a bassa densità di popolazione riduceva il numero di ordini e quindi anche il fatturato mensile che ci potevamo aspettare.
Con quell’esperienza ho compreso l’importanza di una corretta analisi, pianificazione e progettazione aziendale prima di partire, in modo da non sprecare più 2 anni di vita e di energie su progetti che non potessero avere una scalabilità interessante.
Durante questi primi 3 anni sono successe molte altre cose: mi sono appassionato al marketing divorandomi decine di corsi e percorsi di consulenza e ho iniziato a lavorare come Social Media Marketer per le attività a cui già facevo video.
A metà 2018 incontrai poi un vecchio amico videomaker che si era dato anche lui al marketing e stava scoprendo il mondo dell’affiliate marketing con la vendita di un software, Builderall. Decidemmo dunque di aprire una community, Digital Builders, nella quale condividere gratis, a chi acquistava il software attraverso i nostri link affiliati, le nostre conoscenze di marketing apprese nei 2 anni precedenti.
La cosa ha funzionato molto bene e in un anno e mezzo ci siamo ritrovati con oltre cinquemila persone in community.
Il periodo 2017-2020 è stato un periodo incredibilmente intenso e denso di progetti e lavoro:
Durante il primo lockdown del 2020 il mio lavoro come Social Media Marketer, che avevo reso la mia unica e principale attività, stava andando a gonfie vele, tanto che ho deciso di trovare un socio e aprire srl per fondare la mia agenzia, Encelado Marketing.
L’estate del 2020 è stata incredibilmente densa di eventi, tra positivi e negativi, che hanno sancito un punto di svolta nella mia vita:
Encelado Marketing è stato un progetto intenso, a cui ho dedicato completo focus per oltre 2 anni e mezzo: volevo creare un’agenzia di marketing strutturata, con rete vendita e collaboratori, per poter aiutare sempre più attività e business a raggiungere il loro successo.
Così ci siamo messi in cammino e abbiamo creato brand, prodotti, listini e iniziato a coinvolgere un ampio numero di persone, su due fronti: team di vendita (siamo arrivati ad avere 7 – 8 venditori in collaborazione) e team di produzione, per erogare i servizi.
C’erano due problemi però: prodotti sbagliati e struttura dei costi errata.
Questa volta avevo scelto un’attività virtualmente molto scalabile, ma l’inesperienza mi ha impedito di analizzare correttamente alcune visioni che avevo.
Sull’onda del voler aiutare più persone e aziende possibili, bellissima cosa sicuramente, per quasi i primi 18 mesi ci siamo posti sul mercato con prezzi troppo bassi, non adatti a portare la liquidità e i giusti margini in azienda.
Creavamo i prezzi in base a quanto pensavamo i nostri clienti potessero spendere, anziché crearli sulla base di ciò che serviva per far stare in piedi correttamente l’azienda. Un grande errore.
Inoltre il voler creare un ambiente di lavoro che rendesse tutti felici, ci ha portato a prendere accordi troppo onerosi con i nostri collaboratori, dove il 50% di tutte le entrate veniva utilizzato per pagare il team (metà per lato commerciale e metà per lato produzione).
Detto così può sembrare corretto, ma nel momento in cui si vanno a inserire nei conti costi di marketing e pubblicità, costi di piattaforme, costi burocratici, costi di gestione (consulenti commercialisti e legali), tasse, stipendi, imprevisti, e tutto il resto… i conti non tornano, soprattutto in fase iniziale di una società avviata con pochi capitali. Questo ci ha portati a chiedere un finanziamento bancario per avere liquidità da investire sulla crescita, ma la perdita di focus ci ha fatto gestire male quel denaro.
L’azienda non andava male, ma galleggiava e non portava nessuna soddisfazione né a me né al mio socio.
Diventare freelance o imprenditori significa dedicare anima e corpo a una missione che senti tua, che ti riempie la vita, in qualcosa che sei bravo a fare, con l’aggiunta della possibilità di guadagnare anche molti soldi.
Per noi, dopo 2 anni di fatiche ed errori, non stava accadendo nessuna di queste cose… avevamo perso passione e più che guadagnare soldi eravamo entrati in quel circolo vizioso di lavorare per cercare di pagare i debiti.
Questo ci ha portati a fare molta autoanalisi, che per il mio socio è sfociata nel comprendere che l’imprenditoria non era la sua strada e ha deciso di cambiare radicalmente la sua vita per seguire ciò che gli diceva il suo cuore: si è iscritto a teologia ed è diventato insegnante di religione.
Io ho preso una strada meno netta perché ero confuso e non sapevo cosa davvero volessi: con una motivazione molto indebolita da 2 anni di fatiche e insoddisfazioni ho quindi cercato aiuto attraverso alcune consulenze aziendale e attitudinali volte al business, per cercare di riprendere focus sui miei punti di forza.
Grazie a questo percorso ho riscoperto quello che da sempre era stata una mia tendenza e un mio talento: l’analisi e la progettazione.
Sono sempre stato una persona che si poneva mille domande e che nella ricerca di risposte creava e progettava soluzioni: a causa della completa immersione in un matrix da me stesso creato, me ne ero dimenticato. Ero diventato io stesso succube delle mie regole e delle mie visioni, dimenticandomi di allenare il mio spirito critico e analitico.
Quel percorso è stato un primo tassello per la ripartenza, che nel corso dei mesi mi hanno portato a decidere di voler fare un passo indietro, non tanto nell’imprenditoria ma nel ruolo imprenditoriale.
Vedi, siamo abituati a pensare all’imprenditore come quel grande leader che motiva il gruppo e dirige le masse, che a visione e crea progetti schioccando le dita. Sicuramente esistono questi personaggi da romanzo, ma non sono gli unici.
Si può essere imprenditori in tanti modi: come investitore, come advisor, come analista, come tecnico, come progettista.
Per essere imprenditori non si deve necessariamente essere leader soli che trascinano avanti un progetto, si può anche essere imprenditori come gruppo di soci alla pari in cui ognuno mette il suo pezzo per il successo del progetto.
E’ importante però individuare le persone giuste e avere i parametri per valutarle, in modo da creare una squadra che copra effettivamente tutti i ruoli importanti per il successo di un’azienda.
Grazie a queste esperienze ho compreso il mio demone interiore: io sono un tecnico-progettista, uno a cui piace mettere le mani in pasta nelle cose, analizzare le situazioni, progettare soluzioni. Mi piace mettere ordine nel caos.
E ho capito cosa non mi piace: non amo avere responsabilità diretta di altre persone e doverle gestire (non mi piace dare ordini e dover monitorare il lavoro altrui), non rincorro le persone e quindi non sono un buon venditore (perché se devo star dietro a qualcuno per fargli followup e chiudere un deal tendo ad annoiarmi) e molto altro.
Credo sia importante comprendere cosa ami e cosa non ami, chi sei e chi non sei, cosa sei e cosa non sei: saranno il timone del tuo viaggio sospinto dal vento degli eventi.
Così nell’anno successivo mi sono rimesso in carreggiata e mi sono rimboccato le maniche, ho creato una nuova rete di collaborazioni facendo leva più sulle mie capacità che sull’agenzia strutturata e poco a poco ho modificato il mio assetto di lavoro.
Ho iniziato a collaborare con uno studio di progettazione nella creazione di business plan e analisi di mercato, attività che adoro e mi diverte sempre molto. Ho iniziato a collaborare con altre agenzie di marketing, mettendo in leva le mie competenze e capacità per lavorare insieme su vari progetti. Mi sono persino iscritto a un master di Wine Marketing, di Italian Food Academy, perché volevo apprendere conoscenze verticali nel settore vinicolo.
Riordinate un po’ di cose era giunto il momento di un reset completo ed è così che a novembre 2022 mi sono trasferito a Bucarest con un gruppo di colleghi e amici imprenditori, investitori e marketers.
Ho deciso il mio spostamento all’estero per tanti motivi e tra fine 2022 e inizio 2023 ho avviato le procedure di liquidazione della mia srl italiana, ormai non più attiva, e iniziato a dare vita a nuovi progetti.
Ho deciso di aprirmi anche al mondo della consulenza per due motivi molto semplici:
Se vuoi parlare con me o devi risolvere un tuo problema, puoi farlo prenotando attraverso la sezione del sito apposita.
Metteremo ordine nel caos.
Per il resto, buona vita e buon business.
Michele Miglio
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